mercoledì 14 gennaio 2015

Torno a scrivere

Ciao!
E' vero, è da tantissimo tempo che non scrivo su questo blog (l'ultimo post è del 7 novembre), ma ora sono tornato.
Sono tornato con nuove idee, nuove recensioni (sto scrivendo quella di Steve Jobs, di Vendere Tutto e di Hunger Games) e voglia di leggere e di scrivere.
Proverò quindi a scrivere almeno tre quattro articoli la settimana e a tenervi aggiornati sul mondo dei libri (e degli ebooks, non ce ne dimentichiamo).
Le buone intenzioni ci sono e spero di riuscire a rispettare gli impegni.

(approfitto per fare gli auguri per le feste e per un anno nuovo che porti felicità, che poi è quello che conta)
Dario


venerdì 7 novembre 2014

Come si fa? - La Descrizione


Come fare per descrivere un paesaggio, una scena o semplicemente un oggetto?

Scopriamolo insieme con questa breve guida...

Prima di descrivere qualcosa bisogna fare una scelta: voglio fare una descrizione oggettiva o soggettiva?

La prima possibilità permette a chi legge o ascolta la descrizione di farsi un'idea molto precisa del soggetto descritto, ma lascia trapelare ben poco le sensazioni e le emozioni di chi descrive.

La seconda invece non descrive il soggetto così com'è nella realtà, ma dà importanza alle emozioni provate da chi sta descrivendo.

Ovviamente la scelta tra le due possibilità è molto personale e dipende essenzialmente dall'ambito in cui si sta parlando o scrivendo e se si vogliono descrivere o meno le proprie sensazioni.

Lo scopo, anzi gli scopi, della descrizione, al di là che sia essa oggettiva o soggettiva, sono:

- fare immaginare cose non visibili; usata moltissimo nei libri fantasy narra molti particolari per permettere al lettore di immaginarsi qualcosa di completamente nuovo.

- informare

- trasmettere sensazioni; sì, questa vale solo per la descrizione soggettiva

-persuadere qualcuno di qualcosa

-illustrare una scena, un paesaggio...

Si può descrivere ogni cosa che ci circonda, dalla più piccola alla più grande, anche se ovviamente su alcune cose ci sarà di più da dire, su altre meno, alcune cose saranno più facili da descrivere, altre meno. Alcuni esempi di cose che si possono descrivere: persone, oggetti, emozioni, luoghi (reali o di fantasia), fatti, sogni, fantasie, movimenti, piante, animali...


Ma vediamo come procedere per descrivere qualcosa:

- individuare bene cosa descrivere, per esempio, se dobbiamo descrivere un bosco dobbiamo scegliere se stare attenti alle piante che vi si trovano, agli animali che ci abitano o ad entrambi.

- conoscere bene il soggetto. è importante conoscere bene il soggetto da descrivere per poter fare una descrizione il più accurata possibile.

- porsi delle domande per avere uno schema preciso della descrizione

- usare molti aggettvi e avverbi

- avere una grande ricchezza lessicale, per essere più precisi

- utilizzare paragoni, similitudini, metafore...





Spero che questo post possa servire a qualcuno e di essere stato il più preciso possibile.


In caso abbiate altre domande potete scriverle nei commenti.


Dario


giovedì 17 luglio 2014

Rumena sì, ma ben fatta

È finito il tempo in cui la scelta di un marchio dall'aspetto più economico nell'acquisto di un'auto voleva dire avere minor qualità o sicurezza.
Ne parla l'articolo "Rumena da primato" di Maurizio Maggi su L'Espresso n° 23 del 12 giugno.
Basti guardare l'esempio di casa Volkswagen dove nello stesso gruppo si trovano da Seat e Skoda a Lamborghini, passando per Audi e Bentley.
L'articolo parla della casa automobilistica Dacia, acquistata nel 1999 da Renault.
A differenza dei primi tempi, nei quali le Dacia presentavano una dotazione più spartana rispetto alle altre utilitarie della stessa categoria (ma con un prezzo diverso), negli anni si sono sempre più evolute e ormai presentano equipaggiamenti tecnologici e di sicurezza al pari delle auto della stessa categoria.
Anche per quanto riguarda affidabilità e assistenza post vendita non cu saranno problemi, dal momento che le auto del marchio rumeno sfruttano gli stessi motori e le stesse officine della Renault.
E, in alcuni paesi queste auto vengono perfino vendute con il marchio Renault.
La Dacia ha una strategia di mercato votata più a perfezionare che ad espandere la gamma, soprattutto per quanto riguarda le categorie (la Dacia produce solo utilitarie, furgoncini e un fuoristrada, il Duster, che negli ultimi anni ha riscosso molto successo ed è stati recentemente aggiornato nel frontale per renderlo più moderno con gli accorgimenti dei giovani ragazzi che lavorano nel centro stile di Bucarest.
Dunque ormai non importa tanto la marca, ma il gruppo del quale essa è di proprietà.

©Abbecedario

lunedì 30 giugno 2014

Yosemite National Park


Purtroppo non scrivo da un po’, ma causa vacanze e sky non sono riuscito a trovare un ritaglio di tempo da dedicare al blog.

Come si può vedere dalla pagina “In Lettura”, inoltre sto leggendo la biografia ufficiale di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson, che è risultato essere un volume un po’ lungo da leggere.

Comunque a breve scriverò la recensione, che forse dividerò in due parti per poter raccontare meglio un libro così lungo e ricco di contenuti come può essere la biografia di Steve Jobs.

Comunque mentre leggevo il capitolo “Un ragazzo qualunque”, per la precisione a pagina 294, ho notato che Steve Jobs si sposò il 18 marzo 1991 con Laurene Powell al Yosemite National Park.

Ho notato questo fatto non tanto per l’evento in sé, bensì per il luogo dove si svolse, lo Yosemite National Park.

Magari a molti questo nome non dirà nulla, ma io l’ho notato perché l’ultima versione (ancora in fase di beta testing) del sistema operativo dei computer si chiama proprio Yosemite e l’accostamento con il nome dell’omonimo parco sembrerebbe voluto, in quanto lo sfondo predefinito è proprio una possente roccia e nella dimostrazione della ricerca di Safari viene proprio cercato il testo “Yosemite National Park”.

 

A breve cercherò di scrivere la recensione completa del libro, che fino ad ora ho trovato molto interessante, dettagliato e ben scritto.

venerdì 13 giugno 2014

La cinquina dei finalisti - Premio Strega 2014

Questi gli scritti selezionati dalla giuria di Casa Bellonci, che passeranno alla seconda votazione:

Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) di Giuseppe Catozzella con voti 57
Il padre infedele (Bompiani) di Antonio Scurati con voti 55
Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) di Francesco Piccolo con voti 53
La vita in tempo di pace (Ponte alle Grazie) di Francesco Pecoraro con voti 49
Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori) di Antonella Cilento con voti 46



La seconda votazione, che porterà alla proclamazione del vincitore, si terrà nel magnifico scenario del Ninfeo di Villa Giulia giovedì 3 luglio dalle ore 21.
Lo spoglio delle schede verrà seguito dalle ore 23 in diretta televisiva su Rai 3.


www.premiostrega.it





giovedì 12 giugno 2014

Salviamo (di nuovo) a caro prezzo

Leggendo un articolo sull' Huffington Post, ma anche guardando il telegiornale sono venuto a conoscenza del fatto che Etihad, ammesso che i sindacati diano il loro assenso, investirebbe 1,25 miliardi entro il 2018.
 Inoltre la compagnia emiratina stima che per il 2017 Alitalia tornerà in utile con un fatturato da 3,6 miliardi di euro.
Aldilà delle questioni economiche, importanti, come sempre, bisogna considerare che non è detto che Etihad riesca ad acquistare Alitalia, nonostante gli sforzi del Governo.
E non solo per quanto riguarda le opposizioni dei sindacati che cercano di evitare l'esubero di 2251 persone.
Infatti l'Unoine Europea ha stabilito, usando un accordo firmato anche dall'Italia, che non solo la maggioranza delle azioni deve restare in mano "europea", ma che anche il controllo della compagnia aerea debba restare in mano "europea". L'Italia, e il Ministro dei Trasporti Lupi, stanno cercando di opporsi, ma probabilmente non ci riusciranno.
Certo che vedere un numero ben preciso, 2251, e non un numero come 2200 o 2300 persone mi fa tutto un altro effetto, mi fa pensare che c'è una persona a rappresentare ognuna di quelle unità, che ci sono esattamente 2251 persone, non una di più, non una di meno, che resteranno, almeno per qualche anno, senza un lavoro, e che magari per ognuna di quelle persone c'è una famiglia che viveva principalmente di quello stipendio.
E ora non c'é più nemmeno quella fonte di reddito.
Come faranno dunque quelle 2251 famiglie?
È questo che si dovrebbe pensare quando si sentono i "freddi numeri" al telegiornale per esempio, magari stanchi di una giornata di lavoro, magari con altri problemi a cui pensare, magari con problemi anche simili, un'azienda in crisi che non ce la fa più a pagare i dipendenti e quindi deve licenziarne alcuni. O addirittura tutti e chiudere.
E anche per ognuna di quelle persone magari c'è una famiglia, che viveva principalmente di quello stipendio e che ora non sa come fare a finire di pagare il mutuo, la macchina...
E pensare quante notizie di questo tipo si sentono ogni giorno.
E quante non se ne sentono.
Perché magari non tutte le aziende o le piccole imprese che chiudono vengono nominate in qualche giornale o in qualche telegiornale, ma chiudono lo stesso e tutta la gente che lasciano a casa di aggiunge a quelle enormi percentuali di disoccupati o di cassaintegrati che non fanno certo bene al Paese, ne tantomeno alla sua economia o al suo P.I.L.



E proprio oggi si discuteva (é stata poi approvata) la legge sulla responsabilità civile dei magistrati.
Ognuno avrà la sua opinione su questo, ma tenevo a ricordare un commento che ho sentito al telegiornale. Un parlamentare diceva infatti "Ogni persona che lavora ha le sue responsabilità, perché i giudici non dovrebbero averle?"
Questa frase mi ha fatto pensare perché oggi per trattare con Etihad per Alitalia c'è gente che faceva parte del Governo che rifiutò l'offerta di Air France nel 2008  che ora deve decidere come comportarsi di fronte ad un'altra offerta per Alitalia.
Vediamo come andranno le cose tra cinque anni, sperando che non ci costi troppo la compagnia di bandiera anche questa volta.








martedì 10 giugno 2014

Meraviglie poco sfruttate

Sono proprio delle meraviglie, quelle italiane.
E, lo spiega molto bene il colloquio (L'Espresso n 23 del 12 giugno 2014) di Enrico Arosio con Philip Rylands, direttore della Guggenheim di Venezia, istituzione americana, museo d'arte moderna più visitato d'Italia, esempio di come possa essere valorizzato un bene artistico e culturale.
Philip Rylands, 63 anni, londinese educato a Cambridge, spiega come valorizzano il loro museo e attirano nuovi visitatori e guardare il privato fa sempre bene per capire come possa essere valorizzato il pubblico.
L'Italia potrebbe investire molto di più, ma sopratutto meglio, nella cultura e nel turismo, sfruttando nel miglior modo possibile il suo valore più importante e quest'articolo suggerisce alcuni modi che vengono usati alla Guggenheim e che, molto probabilmente aiuterebbero anche l' Italia.

Una giustizia di carta

Continuando l'analisi di una notizia al giorno trovata su giornali, riviste, internet, ecc..., ho deciso oggi di commentare l'articolo "E ora giustizia", L'Espresso n 23 del 12 giugno 2014, un'intervista di Giovanni Tizian al Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
In realtà l'articolo parla di tutta la riforma della giustizia in generale, ma io mi sono interessato di una questione in particolare: l'immenso utilizzo di carta da parte della magistratura, così come del Parlamento e di tutti gli altrimenti dello Stato.
Infatti la maggior parte dei documenti, degli atti e di tutto ciò che viene scritto viene poi conservato in una copia cartacea che occupa molto spazio, è difficile da catalogare, costa ai cittadini e non è buono nemmeno per la natura, visto che per produrre la carta bisogna abbattere un considerevole numero di alberi. Inoltre, con la catalogazione cartacea, risulta assai più difficoltoso trovare un documento tra i molti conservati negli archivi, mentre con un archivio informatico attraverso parole chiave ed un sistema di ricerca sarebbe possibile impiegare meno tempo alla ricerca e alla catalogazione dei documenti.
Basterebbe dotare gli uffici di un archivio digitale dove immagazzinare tutti i dati e insegnare alle persone che se ne occupano l'utilizzo dei tag e delle parole chiave, in modo che sia più facile ritrovare i documenti conservati.
Sarebbe già una buona soluzione di risparmio, anche ambientale, visto il numero di uffici che ha lo Stato e il loro consumo di carta.

lunedì 9 giugno 2014

prima notizia del giorno

Leggendo "L'Espresso" n 23 del 12 giugno 2014 ho notato un articolo di Roberto Saviano,
intitolato "Attenti a quel che dice il pentito".
Parla di un camorrista, Antonio Iovine, ora collaboratore di giustizia e del potere delle sue parole.
Trovo che racconti molto bene come la camorra sia infiltrata ovunque, pure in quei giornali che dovrebbero essere un mezzo imparziale di informazione, che, insieme ai libri, ai musei e a tutte una serie di altre cose che non sto qui ad elencarvi, dovrebbero formare il Paese, di più piccoli ai più anziani.
Come l'informazione, e molte altre cose, sono invece utilizzati per indirizzare le persone dove vuole il più potente, senza che si sappia.
Di come le parole di una singola persona che decide di non stare più a quel gioco possano valere molto, diverse vite in primis, e di come quindi lo Stato dovrebbe fare il possibile per incentivare le testimonianze contro la criminalità organizzata, con programmi efficienti di protezioni testimoni, con pene scontate, anche di molto, per chi non ha commesso reati particolarmente gravi come uccidere qualcuno, se decide di fornire testimonianze preziose contro un problema più grande del singolo individuo.
Di come si potrebbe forse fare qualcosa, ma nessuno ha interesse a farlo, anzi.
E se non c'è interesse né da una parte né dall'altra non si può fare niente, perché per fare le cose ci vuole tanta volontà.

notizia del giorno

Da oggi dedicherò un nuovo spazio al commento e l'analisi di una notizia che trovo sulla rete, su giornali, riviste e quant'altro.
Quest'idea nasce da uno spunto che ci ha dato la mia professoressa Nicoletta B. che ci ha fatto partire dall'analisi di sei articoli trovati sui giornali.
Credo che questo nuovo spazio possa dare argomenti di riflessione e di pensiero su fatti nel mondo.
Non credo che riuscirò a mantenere un ritmo regolare (può darsi che un giorno commenti più di una notizia, altri magari non scriverò niente perché non ho trovato niente di interessante o perché non ho avuto tempo), ma voglio provare a vedere cosa viene fuori da quest' esperimento.
Dico inoltre già da subito che per un mesetto quest'estate non riuscirò a pubblicare niente causa vacanza senza connessione ad internet...